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Che triste storia raccontare la fine di un viaggio, processo che non si può accelerare come non si può rallentare, l’andamento lento a volte zoppicante si trascina senza usare mai scorciatoie… Viviamo un’epoca dove tutto è possibile. Grazie alla tecnologia parliamo e vediamo persone dall’altra parte del mondo in tempo reale…grazie alla rete siamo sempre connessi, niente tempi morti. Oggi possiamo dire tranquillamente che il mondo è più piccolo di ieri…Eppure nessuna tecnologia è in grado di trasmettere sensazioni ed emozioni…il senso della vita che questi luoghi ti lasciano dentro, una forza alla quale non si può sfuggire e che ci porta a vagabondare ai margini di questo mondo, zone periferiche nelle quali non abbiamo radici ma dove ci sentiamo radicati o in cui crediamo in qualche modo di appartenere...


…sfogliando riviste patinate si rimane stupiti dal tesoro archeologico assediato da giungle impenetrabili che compongono questa regione dove una vegetazione lussureggiante fa da corollario a laghi e vulcani straordinariamente attivi, il tutto inserito in un contesto di animali divertenti. Ma di tutta questa offerta di immagini turistiche,  naturalistiche, culturali …mi chiedo dove sono le persone, i discendenti della civiltà che inventò lo zero, registri di codici astronomici, complessi sistemi di calendario. Come un pescatore di immagini questo viaggio lo voglio cominciare da loro, dagli ultimi maya….














Il lago Atitlan…è uno dei luoghi più belli e affascinanti del mondo.



Chichicastenango, è uno dei mercati più grandi di tutto il Guatemala. E’ un  luogo  che trasuda vite vissute e sentimenti collettivi.  L’impressione è di assistere a una rappresentazione teatrale dove sul palco un pubblico leggermente inquieto chiacchiera e si muove disordinatamente prima dell’inizio di uno spettacolo … raccontano le immagini a colori di un libro straordinario di vita che mescola poesia, forza plastica, emozioni, speranze e desideri…in passato i suoi abitanti camminavano per ore per poter partecipare al mercato e molti lo fanno ancora oggi…












Al  seguito dei conquistadores arrivarono i Francescani che assunsero il ruolo oltre che di predicazione, anche quello politico e giudiziario arricchendosi senza scrupoli a spese degli indigeni, distruggendo antichi codici maya, manoscritti di incalcolabile valore e saccheggiando templi…trovo un paradosso nella storia della cristianità, e riguarda la ricchezza. I vangeli sono molto radicali nel prescrivere ai fedeli di sbarazzarsi dei loro beni, ma da quando la cristianità è diventata religione ufficiale dell’impero romano la chiesa non ha mai smesso di arricchirsi… È più spesso utilizzata come teatro di cerimonie maya che cattoliche. La scalinata è tutto quello che resta di un’antica piramide distrutta per far posto alla chiesa. Ma nonostante tutto ancora oggi i capi preghiera consumano incenso recitando parole magiche in onore dei loro antenati.













…a queste altitudini l’aria è talmente rarefatta che di notte il cielo stellato è uno spettacolo… Venere… la costellazione di Orione…mi piace pensare che ci sia qualcuno lassù e che un giorno arriveremo anche lì… e  io purtroppo quel giorno non ci sarò…  ma la sorpresa è questo insieme eterogeneo di immagini che risulta un vero piacere per gli occhi, una gioia visiva che sorprende senza lasciarsi coinvolgere. Nei miei occhi rimane la leggerezza di queste immagini colorate che mostrano la vivacità coinvolgente di un mercato come una festa in maschera...













Antigua è un peccato non visitarla. Può rivaleggiare per bellezza alle più grandi città del mondo coloniale americano. Distrutta completamente da terremoti e restaurata in epoche sucessive, rimane originale solo nella pianta urbana. Ha un qualcosa difficile da descrivere…come un residuo di seduzione interrotta tanti anni prima, un gioiello offuscato rispetto al gioiello settecentesco, trasmette un intenso fascino a chi percorre i suoi viali colorati da bouganville che crescono tra le rovine di antiche chiese e palazzi color pastello ampliamente ricostruiti in un misto di tardo rinascimentale e barocco. Attorno alla città svettano tre vulcani, responsabili dei terremoti del passato, uno dei quali particolarmente attivo.














Viviamo in un mondo complicato dove, a volte, si viaggia non tanto per conoscere gli altri ma per capire noi stessi. Viviamo e crediamo nel moto perpetuo delle anime, nell’irrequieta natura dello spirito, nell’illusione profondamente radicata che ognuno possa attribuire all’altro valori e attributi sulla base dei nostri istinti…una cosa che ho imparato dopo tanti anni di viaggi è che le persone che incontro, tassisti, venditori, albergatori , compagni di viaggio… non le incontrerò più e in questo preciso istante insieme a Rudy e Hugo, voglio che questo contatto funzioni, voglio lasciare un messaggio positivo…


Livingston si distende nei pressi della foce del Rio Dulce, dove il fiume incontra l’Atlantico.   Il paesaggio si sviluppa in tutta la sua bellezza costeggiato da paludi di mangrovie ma al di là di questo non c’è niente che valga la pena di raccontare…tranne che è diversa da tutte le altre citta del Guatemala.  La sua popolazione è formata per la maggioranza da caraibici neri e i loro antichi discendenti provenivano dai villaggi africani, deportati da navi schiaviste e destinati alle piantagioni di banane.













Mentre in Europa cadeva l’impero romano nel nuovo mondo nasceva Còpan, fiorì per cinquecento anni e per ragioni misteriose fu abbandonata all’alba del X sec. L’acropoli di Copàn, composta da templi e piramidi costruite in epoche diverse è uno dei più straordinari ritrovamenti del periodo maya nel punto più meridionale della sua espansione… rimane emozionante camminare tra i resti di un tempo dimenticato perfino dai ricordi.











La scalinata dei geroglifici. Sui gradini sono scolpiti 2500 glifi, la più ampia inscrizione maya finora scoperta la cui decifrazione però è praticamente impossibile…mi piace pensare che quei gradini raccontino una storia, la loro storia, il passato e il futuro del loro mondo i sogni e le illusioni di un popolo, quello che sarebbe stato e quello che non c’è più…




…le steli calcaree scolpite con grandissima maestria. Vi sono raffigurati personaggi di alto rango, oggetti di culto o forse divinità ricoperti di piume e maestosi copricapi destinati a cerimonie sacre per indicare il piano degli dei riservato al popolo maya…che strano, per Mengel era la genetica ad avere un piano per gli esseri umani, Darwin diceva invece che era l’ambiente. Per Marx era la storia ad avere un piano per noi. C’è anche chi dice che Dio abbia un piano per gli esseri umani…mi chiedo come si possa capire quale sia il piano giusto…








Nonostante il caldo da far schifo che in questi posti stabilisce la velocità con cui si muove la gente e le infami zanzare che lasciano il segno,  nel parco tropicale ben conservato di Quiriguà si ergono come antiche sentinelle. Sono giganteschi monoliti alti una decina di metri. Figure zoomorfe scolpite in modo da sembrare reali o mitiche. Non sono belle come le steli di Còpan ma sono delle superbe opere d’arte.







Ci hanno sempre detto che non si può viaggiare nel tempo. In realtà ci sono molti modi per farlo e uno di questi è rivisitare posti già visti in un altro tempo... Ogni volta ci si trova davanti a uno spettacolo nuovo, purtroppo non sempre positivo, e non stupiscono più i cambiamenti sconvolgenti che avvengono in così breve tempo...ricordo Flores come un posto unico, onirico,  casette basse e strade sterrate, occhi curiosi che ti guardavano silenziosi, un luogo che cresceva  miracolosamente nello spazio con i suoi tempi…con i suoi ritmi…di tutto questo non rimane più niente. Il fascino di questo villaggio che è uno dei motivi di questo viaggio, non c’è più, ha ceduto il posto a catene di alberghi, centri commerciali, ristoranti…mi chiedo come raccontare una trasformazione in atto, quello che è stato e che non c’è più. Vorrei dare significato a questo luogo, in modo da rendere lo scatto di banalissime foto inutile, ma non l’atto in sé, scattare una foto non tanto per fare ma perché va fatto. Scattare una foto non per conservare una prova visiva, ma per offrire una sorta di omaggio…come posare un fiore.




…tutisti asfissianti che lottano per contendersi foto inutili con il sorriso deficiente in pose banali sullo sfondo di un mondo disegnato da una mano febbrile e tremolante di un costruttore di imperi in preda ad un sogno allucinato per postarle su facebook…o twitter, lasciando qualche didascalia per ricordare il luogo…semplicemente ridicolo.











..se non fosse per la maglietta un po’ sbiadita, si potrebbe dire che le foto sono identiche.....



In queste foto c’è tutta la visione di un dipinto dell’ottocento in cui viene rappresentato il fascino senza tempo delle Americhe. La piramide maya che si contrappone alla distesa inpenetrabile della giungla guatemalteca e il cielo che completa questa idea di eternità…davanti a questa immagine ci si rilassa, si alza il volume dei nostri pensieri e si entra in sintonia con il mondo.. che altro si potrebbe fare? State fermi e guardare…..


Il Belize ha una delle barriere coralline più grandi e spettacolari del mondo. La laguna interna costituisce un sistema che non ha eguali in tutto l’emisfero settentrionale. San Pedro è la “Isla Bonita” resa celebre da Madonna…beh, ! niente che valga la pena di raccontare… l’isola costruita su misura per il turismo statunitense è un mortorio, lasciate perdere che c’è di meglio.  Cayo Caulker invece è un’isola graziosa, rilassante e piena di vita. Scordatevi le spiagge, non ce ne sono e quelle poche sono coperte di alghe.  E’ una base di partenza per meravigliose escursioni verso la barriera per ammirare coralli, tartarughe giganti, mante e pescecani invadenti….. 













e ottime cene a base di aragosta a prezzi introvabili…  


Un grazie a tutti quelli che ci hanno accompagnato in questo lungo viaggio…


Conclusioni:

Che dire di questo paese…forse quello che non leggerete mai nei libri di storia? …potrei cominciare con il colpo di stato militare organizzato dalla cia negli anni ’50 chiudendo un decennio di democrazie e riforme e restituendo il potere a una classe dirigente spietata. Negli anni novanta org. internazionali denunciarono il genocidio di duecentomila persone, quasi tutte indigene. I loro assassini appartenevano alle élite militari e gruppi paramilitari. I loro mandanti: gli USA. Reagan definiva il generale Efrain un uomo di grande integrità che subiva ingiusti attacchi dalle org. per i diritti umani, mentre il suo unico obiettivo era migliorare la vita di tutti i guatemaltechi. Efrain verrà condannato nel 2013 a 80 anni di carcere per genocidio e crimini contro l’umanità. Ovviamente questa politica statunitense non si limitò al Guatemala ma si allargò a tutto il centramerica… ma questa è un’altra storia. Un paese normale dovrebbe preoccuparsi di come appare al resto del mondo. Ma gli USA non sono un paese normale..Iosè Martì,  uno scrittore politico rivoluzionario cubano oscuro ai molti, agli inizi del 900  cercò di spiegare ai latinoamericani che allontanarsi dalla sfera di influenza statunitense li avrebbe resi più liberi e prosperosi. Un’indagine sulla povertà condotta recentemente dalla Commissione Economica dell’Onu per l’America Latina ei Caraibi dimostra che una serie di coraggiose riforme hanno nettamente ridotto la povertà in Brasile, Uruguay, Venezuela e in altri paesi dove l’influenza degli USA è minima. Mentre altrove la miseria è rimasta abissale, soprattutto in paesi come il Guatemala e l’Honduras a lungo sotto il controllo di Washington.  . Nel ’99 Bill Clinton si scusò per i crimini commessi dagli Stati Uniti in Guatemala senza prendere provvedimenti concreti...credo che in quella occasione  avrebbe dovuto  fare qualcosa di più che semplicemente scusarsi... non fare nemmeno questo è l’ennesima prova dell’abisso che ci separa….